250px-Giorgio_Faletti_2009 Giorgio Faletti è uno dei miei scrittori italiani preferiti. Lo amo sin da quando uno dei suoi libri, “Io uccido”, è entrato per caso nella mia collezione personale. Non sono l’unica ad averlo adorato viste tutte le copie vendute (ben 4 milioni) e, dato il seguito che hanno avuto anche le sue pubblicazioni successive, sono convinta che molte persone oltre me lo considerino un grande artista che ha dato lustro al nostro bel paese. Ho sempre amato il suo modo di scrivere e le sue storie talmente intriganti e ricche di colpi di scena da riuscire a tenerti col fiato sospeso pagina dopo pagina, senza mai riuscire a comprendere chi fosse l’assassino.

Fuori da un evidente destino”, pubblicato da Dalai Editore nel 2006, è il suo terzo romanzo, dopo “Io uccido” e “Niente di vero tranne gli occhi”.

La trama

Il libro ruota intorno a delle morti apparentemente inspiegabili e alla figura di Jim Mackenzie, pilota dal sangue misto (metà caucasico e metà pellerossa), che si ritrova a Flastgaff, Arizona, per cause di forza maggiore. Qui non solo è costretto ad affrontare il passato dal quale è fuggito e a confrontarsi con se stesso, ma si ritrova a indagare sui questi strani decessi. I corpi dei cadaveri, infatti, sembrano avere le ossa frantumate e il loro omicidio avviene in un lasso di tempo troppo breve. La polizia brancola nel buio e sarà solo grazie a Jim e a Charlie, indiano dai poteri mistici, che verrà scoperta la causa di tutte queste morti. Saranno loro, quindi, a dover trovare un modo per mettere fine a tutto ciò, a capire come a volte una persona possa essere inconsapevole del proprio potere.

La mia opinione
Faletti

In questo romanzo ho ritrovato molto di ciò che amo in Faletti: il suo modo di scrivere molto semplice e scorrevole ma mai elementare e la sua caratterizzazione dei personaggi. Se proprio devo trovare una pecca devo ammettere che manca una trama accattivante, degna dei precedenti romanzi, e che riesca a coinvolgere il lettore fin da subito. Infatti l’inizio è abbastanza lento e poco prima della metà viene fatta un’importante rivelazione, che personalmente avrei preferito non sapere. In questo modo viene tolta un po’ di quella suspance, che di solito caratterizza i romanzi di Faletti.

Nonostante questo, onestamente mi sento di consigliarvelo. Dopotutto mi è piaciuto, anche se mi aspettavo qualcosa di diverso. Forse questo suo essere differente è in realtà una cosa positiva. La capacità di innovarsi e di non seguire sempre gli stessi canoni è da ammirare in uno scrittore. In questo modo offre sempre qualcosa di nuovo al lettore riuscendo a spiazzarlo e a non annoiarlo.

Personalmente resterò sempre fedele a questo straordinario autore che ci ha lasciati troppo presto. Fortunatamente ci restano le sue opere a farci compagnia e almeno leggendole possiamo farlo rivivere almeno un po’ e riconoscere il suo genio.

Addio grande uomo, grazie per la magnifica eredità che ci hai lasciato.

Ringraziamo la nostra amica Serena per la sua recensione.